Cultura

La Torre del Brandale: il simbolo di Savona

Arroccata nel cuore della città vecchia, la Torre del Brandale, tra storia, leggenda e mistero, domina il panorama savonese da secoli

La storia della torre del Brandale si intreccia con le vicende della città, raccontando di un passato glorioso e di una tenacia mai domata.

Le origini

La Torre è antecedente all’anno 1000 come si evince da documenti del 1178 del notaio Arnaldo Cumano che ne certificavano la vendita ad Arnaldo Iolta, Console della Compagna nell’anno precedente, da parte di Ansaldo Curlaspedo e di sua moglie Richelda. La vendita fu effettuata al prezzo di 25 Lire. 

I documenti pervenuti testimoniano quindi che in origine la proprietà della torre fu di privati e solo all’inizio del Trecento passò al Comune. Il palazzo fu costruito nella metà del 1300 su un vecchio palazzo già esistente.

Dove ora sorge la fortezza Priamar, un tempo c’era una cattedrale. Quando i genovesi conquistarono Savona.la demolirono per costruire la fortezza.

Quindi il centro nevralgico della città dalla fortezza si spostò alla torre. 

L’origine del nome “Brandale” rimane incerta. Alcuni ipotizzano che derivi da “brand”, luce o falò, in riferimento alla sua antica funzione di faro per le navi dirette al porto. Altri invece lo collegano allo stendardo del Comune, che sventolava sulla sua cima nel Medioevo.

Un viaggio nel tempo tra arte e storia

Oggi, la Torre del Brandale è un monumento imperdibile per chi visita Savona. All’interno, si possono ammirare gli stemmi delle famiglie e dei poteri che dominarono Savona nel corso dei secoli, oltre a reperti archeologici e opere d’arte.

La Torre del Brandale: l’atrio

Appena entrati nell’edificio notiamo vari lapidari.

La guida ci spiega che non appartengono alla torre. Il sarcofago proviene ad esempio dalla vecchia cattedrale. 

Il portale è del 1500. 

La campana invece fa parte della storia della torre. Si tratta della terza di cinque campane. Si ruppe un batacchio suonando nel 1969. Il pezzo è stato rifuso e si possono notare gli stessi decori della campana di Piazza Mameli.

Ed ecco una storia interessante: dal dopoguerra, tutte le sere dopo le 18 la campana della torre suona 21 rintocchi, uno per ogni lettera dell’alfabeto, in memoria di tutte le vittime delle guerre. Il traffico in piazza, sia a piedi che veicolare, è costretto a fermarsi. 

La prima campana è andata persa; la quarta è durata pochissimo perché il materiale derivava da un cannone austriaco e il popolo savonese, famoso per il mugugno, diceva che il suono era lugubre e quindi la sostituirono con quella che è ora in cima dal 1933, quando la torre è stata rialzata. 

Una torre mozzata e una rinascita

Quando i genovesi nel 1528 conquistarono Savona e demolirono la cattedrale costruendo la fortezza, si resero conto che la torre così alta gli impediva il controllo di tutto ciò che era alle spalle. Con un decreto del Doge stabilirono l’abbassamento della metà dell’altezza della Torre del Brandale.

Nel 1924, nacque l’Associazione “A Campanassa” con l’obiettivo di restituire alla Torre il suo splendore originario. Nel 1931, grazie a una pubblica sottoscrizione, la Torre fu sopraelevata di circa cinque metri e dotata della nuova campana. Un’operazione che divenne un simbolo di rinascita e orgoglio per la città.

La Sala dell’Anziania 

Saliamo al primo piano dove ci sono due stanze molto suggestive: la sala dell’Anziania dove si radunavano gli anziani per decidere del governo della città, situata nel Palazzo degli Anziani del 1300, e la Sala dell’Abate, ubicata all’interno della torre.

Il lampadario presente nella sala è del 1800 ed era il primo lampadario del Teatro Chiabrera. Quando fu sostituito venne donato alla torre. 

Tra i ritratti sulla parete, c’è quello di Paolo Boselli, primo ministro del dopoguerra che diede inizio alla sottoscrizione popolare per rialzare la torre. Lui versò 1000 lire nel 1933. La gente di Savona gli fu talmente grata tanto da dedicargli la via centrale della città quando era ancora in vita.
Nel 1853, una statua in marmo della Madonna della Misericordia, collocata nella nicchia in alto sopra la porta, fu concessa a titolo di deposito per la cappella delle suore di Nostra Signora di Misericordia in vico del Vento.

Nel 1800 in questa sala venivano effettuate le visite di leva e le suore ritenevano che non fosse consono che la Madonna vedesse uomini nudi. Quindi pretesero che la statua fosse tolta con la promessa di restituirla alla fine della guerra ma la statua non tornò mai e quindi nella nicchia fu collocata una nuova statua.

Nella sala è presente anche la statua del re del carnevale, fatta in cartapesta per festeggiare il centenario dell’Associazione.

La Sala dell’Abate

Passiamo nella Sala successiva

Siamo intorno all’anno 1050. In questa sala l’Abate, che malgrado il titolo non era un ecclesiastico, dalla finestra comunicava al popolo sottostante le decisioni prese. 

Tutte le lapidi della stanza non appartengono alla torre. La piccola statua nell’angolo, non di valore, apparteneva alla custode che fino al 1950 viveva al piano superiore. 

Si nota una piccola porta murata; un tempo era un passaggio diretto usato dall’Abate per andare nella chiesa romanica di San Pietro, oggi incorporata nell’edificio di via Pia 29, la più antica parrocchia cittadina dopo quella della Cattedrale. 

Gli stemmi sul muro sono originali. Degna di nota è l’ultima versione dello stemma di Savona che originariamente aveva solo la parte colorata. Nella sala vediamo anche il busto di Poggio Poggi, Presidente amato dall’Associazione,

Su una delle pareti desta la nostra attenzione una pergamena riportante tutti i nomi dei governatori che hanno interagito con la città di Savona.  Le cancellature sono avvenute per volere di Napoleone che non sopportava chi aveva più potere di lui, compreso Papa Pio VII che fece imprigionare qui. 

I presepi sono quelli rimasti dopo la mostra che avviene ogni anno a Dicembre. 

La Sala dell’Angiolina e la tradizione del confuoco

Saliamo al secondo piano ed entriamo in quella che un tempo era la casa della custode Angiolina morta nel 1950.

Non ritenendo più necessario avere un custode, la stanza venne trasformata in libreria. I libri, molto antichi, sono il lascito di una famiglia nobile.

Nella stanza spicca una copia del vaso del confuoco.  Nel passato la mattina della vigilia di Natale, gli uomini dei castelli e delle ville dipendenti dalla giurisdizione del Comune di Savona, venivano qui portando in dono al Podestà e all’Abate del Popolo il confuoco (gran quantità di maiali, agnelli, capponi, carni, e altre prelibatezze trasportate su di un carro trainato da due buoi parati a festa).

Oggi la tradizione continua: ogni anno, la domenica antecedente il Natale, un corteo storico si snoda dal Brandale sino alla piazza del Municipio.

Al Sindaco vengono esposti tutti i mugugni (i lamenti) del popolo ai quali esso risponde. Al termine di questo scambio di lamenti (fino a qualche anno fa in dialetto), in piazza viene acceso un grosso ceppo di alloro e tutti guardano come salgono le fiamme: se vanno dritte significa che l’anno prossimo sarà fortunato, se vanno storte sarà funesto. La piazza è aperta sui quattro lati quindi le fiamme vanno sempre dritte…

La maschera di Cicciulin

Accanto al vaso del “Cunfögu” c’è la maschera di Cicciulin, nata nel gennaio del 1953 (notiamo l’atto di nascita) dal pittore Romeo Bevilacqua. Nel dicembre del 1955 venne registrata nell’elenco delle maschere italiane. 

Il costume è composto principalmente da maglia a strisce bianche e azzurre, pantalone blu di velluto, mantello, tre collane di perle dette “cicciolle” e l’immancabile cappello rosso chiamato bajadonne. Ogni collana è composta da perle, 68 in totale, di un solo colore che rappresentano i Comuni del territorio di Savona: il blu per il mare, il marrone per le montagne e il verde per le colline.

La sala ospita principalmente concerti. 

I quadri sono abbastanza recenti. In uno è rappresentata una famiglia carbonara molto potente; la caratteristica, come si narra, è che la signora anziana, la suocera, si è autoaggiunta come si può notare dai due stili diversi. Originariamente il quadro riportava solo la famiglia. 

Un altro raffigura il vascello, Costa del Sol. Apparteneva ad un signore greco che viaggiava con un cagnolino. Quando arrivò a Savona il vascello era in pessimo stato ma il proprietario non aveva più soldi per ripararlo e così gli fu ritirato il permesso di navigare. Visse in Darsena e alla sua morte nessuno volle prendersi l’onore di aggiustare il vascello, né il comune né l’autorità portuale. Una notte prese fuoco…

La Torre del Brandale: la stanza degli stemmi

La sala adiacente è caratterizzata da stemmi dipinti sul muro da cui il nome. La torre era probabilmente soppalcata. 

Notiamo la forma particolare della finestra; nel 1933 quando fu portata la nuova campana non si riusciva a farla salire per le scale quindi fu sfalsata la finestra per farla passare. 

Su una parte c’è la copia del “Bacio” di Hayez, opera di un pittore Savonese esperto in copie.

Sulla scala gli stemmi: il primo, il secondo e poi la fusione dei due.

La Sala di Cristoforo Colombo

Saliamo la scala, costruita quando la torre fu rialzata, e ci troviamo nella Sala di Cristoforo Colombo. Il nome deriva dalla presenza di uno splendido pannello di Luciano Occelli che ci riporta indietro nei secoli.

In un angolo i resti di una bomba caduta sulla città. 

Sull’altro lato è conservata la banderuola che era sul tetto.

Nel buco grande c’era una piastrella in ceramica rappresentante la Vergine apparsa al contadino, i buchi più piccoli sono invece dovuti agli spari dei soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Molto affascinante è l’orologio in una teca.

Si tratta di uno dei quattro orologi con vecchio meccanismo che erano disposti sui quattro lati della torre. 

Alla parete foto del 1980-1990 anticate rappresentanti vecchi mestieri. 

La cima della torre

Saliamo gli ultimi scalini e arriviamo sulla cima della torre.

Salire i suoi 154 gradini ne vale davvero la pena in quanto si gode di una vista mozzafiato sulla città e sul mare.

Si vede la fortezza del Priamar, il porto e i tetti delle case della città vecchia.

Inoltre vediamo da vicino la quinta campana.

Siamo così giunti alla fine della nostra visita. Un ringraziamento speciale va alla nostra guida, la Signora Laura.
Se passate da Savona, una visita alla Torre, simbolo storico della città, è assolutamente d’obbligo!
Per altri dettagli potete visitare il sito ufficiale. www.acampanassa.it

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