E.T. al MIC di Milano fino al 2 Aprile 2023
Per il 40° anniversario dell’uscita del film, al MIC di Milano, è “atterrato” l’extra-terrestre che ha commosso grandi e piccini negli anni ’80
E.T. l’extraterrestre.: un’esposizione straordinaria e unica in Italia, curata da Cineteca Milano in collaborazione con Fondazione Culturale Carlo Rambaldi.
La mostra al MIC (Museo Interattivo del Cinema) offre ai visitatori una panoramica della storia cinematografica del film, dalla pre alla post-produzione. Un evento speciale, ricco di materiale inedito che ci racconta la genialità e la bellezza dell’invenzione più famosa di Carlo Rambaldi. L’effettista, vincitore del Premio Oscar nel 1982 proprio grazie alla sua creatura, ha contribuito alla realizzazione di uno dei più grandi capolavori di Steven Spielberg.
Ma da dove nasce l’ispirazione per la creazione di E.T.? Le “madri” di E.T. furono le donne dal collo lungo dipinte dallo stesso Rambaldi nel quadro che ritraeva le massaie sulle rive del fiume Po ispirato alle opere di Picasso.
E.T. Il percorso espositivo
Durante il percorso, il visitatore potrà scoprire ben 40 reperti restaurati sapientemente dall’effettista Leonardo Cruciano e dall’equipe di Baburka.
Molto particolare quello che rimane del viso di E.T. utilizzato durante le riprese del film, ormai consumato dal tempo.
A impreziosire ancor più la mostra la proiezione di un documentario sul restauro di E.T. realizzato da Victor Rambaldi.
Inoltre si possono visionare tantissimi progetti, disegni e fotografie originali ripristinati dal laboratorio per la carta di Cineteca in collaborazione con l’Accademia di Brera, oltre a dipinti, maschere e gadget.
E.T.: ritrovate nel deserto le cartucce del videogioco
Quando le leggende diventano realtà! Nel 1982, Atari sviluppò in sole cinque settimane il videogioco di E.T. ma si rivelò una di quelle trasposizioni dal cinema prive di mordente.
L’intento era quello di dare una visione alternativa al capolavoro di Steven Spielberg, uscito nei cinema proprio in quell’anno. Ma E.T. mancò tutti i traguardi di vendita che Atari si prefiggeva di raggiungere, fino a diventare l’emblema della famosa crisi dei videogiochi del 1983. Dopo un primo exploit iniziale, l’industria faticò a crescere; il Nord America iniziava a perdere la leadership a favore delle emergenti realtà orientali, Nintendo in primis.
James Heller, uno dei dirigenti di Atari di quel periodo, dispose di sotterrare 728 mila copie delle cartucce di E.T. nel deserto Alamogordo in New Mexico, delle quali non si parlò più negli anni a venire tanto da diventare una leggenda. Il rinvenimento delle cartucce perdute da quel momento in poi fu l’ossessione di diversi “cacciatori di tesori”.
Nel 2014 una troupe di documentaristi capitanata dal regista Zak Penn che stava lavorando su un film centrato proprio sulla Atari, ha dato il via agli scavi nel deserto del New Mexico ritrovando le fatidiche cartucce. Si è trattato del primo ritrovamente archeologico dell’era digitale. Le cartucce sembravano artefatti di millenni fa per come il tempo e la sabbia le hanno distrutte.
Il modello animatronico di E.T.
L’animatronico è sicuramente uno dei punti forti della mostra. É stato il primo sistema di controllo meccanico-elettronico che ha permesso di sincronizzare e controllare in modo efficiente i movimenti di macchine, robot e altri dispositivi.
È stato sviluppato da Rambaldi e dal suo team di ricercatori nel corso degli anni ’60 e consente di controllare sia i movimenti lineari che quelli rotatori.
Utilizzato nei campi più svariati, l’animatronico più famoso di Rambaldi resta E.T. tanto prezioso da essere stato venduto per 2.560.000$ durante un’asta denominata “Icons and Idols: Hollywood”.
Inoltre tutti gli appassionati che visiteranno la mostra, potranno scattare un selfie con E.T., doppiare le sequenze più famose del film e vedere scene inedite.
Per info e biglietti visitate il sito cinetecamilano.it.