Banksy(Unauthorized) a Torino, Bologna, Roma e Genova
Una visita alla mostra del misterioso artista tra spettacolari interpretazioni delle contraddizioni del mondo moderno
Dopo il successo delle edizioni di Parigi, Barcellona e Praga, al Teatro nuovo e alla Stazione Centrale di Milano, la mostra “The World of Banksy – The Immersive Experience” torna a Torino, Bologna, Roma e Genova.
Il visitatore è catapultato in un percorso espositivo di oltre 60 splendide opere d’arte di proprietà privata in versione stampata e più di 30 murales a grandezza naturale (realizzate da giovani artisti anonimi di tutta Europa), dell’artista più misterioso di tutti i tempi che ha conquistato il pubblico con ironia, denuncia, politica, intelligenza e protesta.
Inoltre ai visitatori viene offerta una coinvolgente esperienza che farà rivivere l’atmosfera di strada grazie a dettagli decisamente molto ben curati.
Banksy: le date
Roma: la stazione di Roma Tiburtina ospita l’arte del famoso street artist inglese presso la Galleria Commerciale prolungata fino al 28 maggio 2023.
Torino: presso la stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova nell’area lounge appena rinnovata. Prolungata fino al 3 Settembre 2023.
Bologna: presso Palazzo Pallavicini. Le suggestive sale della splendida struttura storica bolognese ospiteranno la mostra dal 31 marzo al 6 agosto 2023.
Genova: le opere dell’artista britannico fanno rivivere la sala dell’ex biglietteria che era chiusa da tempo all’interno della stazione di Genova Piazza Principe, rendendola la nuova casa di questa meravigliosa mostra immersiva dal 3 marzo al 16 luglio 2023.
Il mistero di Banksy
“Nessuno lo conosce, eppure tutti conoscono il suo nome. Probabilmente è il più famoso e misterioso artista di graffiti del mondo. Alcuni lo considerano un dissidente mentre altri un artista straordinario. Nel 2010 è stato inserito dal Times Magazine nella classifica delle 100 persone più influenti al mondo insieme ai nomi come Obama, Steve Jobs e Lady Gaga”.
Banksy, artista e writer inglese, attivo dagli anni 90, non è famoso esclusivamente per la sua arte, ma anche per l’alone di mistero che circonda la sua vera identità. Trasforma i muri di tutto il mondo in gigantesche tele a cielo aperto con la sua street art di natura satirica e sovversiva.
La tecnica usata è quella dello stencil che, rispetto ad altre forme di arte da strada come graffiti o writing, consente una esecuzione più veloce e permette di riprodurre una stessa identica immagine in molte copie, oltre che consentirgli di “sfuggire” ad occhi indiscreti consentendogli di mantenere segreta la sua identità.
In molti sostengono che dietro alla “maschera” del grande artista si celi il musicista e fondatore dei Massive Attack, Robert Del Naja, detto 3D. Ma perché Del Naja potrebbe essere Banksy?
Indizio 1: una prima conferma di questa ipotesi che circola ormai da molte tempo, è arrivata nel 2017 dal dj Goldie (Clifford Price) amico di Banksy che, durante un’intervista radiofonica disse «Datemi una ‘bubble letter’, appiccicatela sopra una t-shirt, metteteci il nome Banksy e siamo a posto. Possiamo venderla adesso. Nessun disprezzo per Robert, penso che sia un artista brillante. Ha rivoltato sottosopra il mondo dell’arte». “Robert”? Accortosi della gaffe il deejay ha indugiato qualche secondo prima di riprendere a parlare.
Indizio 2: entrambi sono di Bristol e graffitari.
Indizio 3: molti murales di Banksy sono apparsi nei pressi di location in cui i Massive Attack avevano da poco suonato, da Melbourne a San Francisco.
Il primo a notare questa coincidenza è stato il giornalista Craig Williams, mettendo insieme le date dei concerti della band britannica con l’apparizione dei murales. A San Francisco, in California, nel maggio 2010 vennero rinvenuti sei nuove opere di Banksy tra cui «This Will look nice when it’s framed».
E proprio lì, pochi giorni prima i Massive Attack si erano esibiti in concerto. Una settimana dopo la band si spostò a Toronto, in Canada e lì apparvero tre nuovi murales. Lo stesso, poco tempo dopo, a Boston.
E che dire del murale «Madonna con la pistola» comparso a Napoli nel 2004? Ok i Massive Attack non suonarono lì, ma Del Naja, di padre di origine italiana, è tifosissimo del Napoli e il 26 settembre di quell’anno, era tra gli spettatori del match di C1 Napoli-Cittadella. Coincidenze?
Ad alimentare ancora di più i sospetti, il fatto che Banksy abbia confessato di aver subito l’influsso artistico di Del Naja, che a sua volta ha collaborato con lui. Inoltre l’artista ha scritto la prefazione del libro del musicista “3D e l’arte dei Massive Attack”.
Se tre indizi fanno una prova, qui ne abbiamo molti di più… Che l’arcano sia stato svelato?
Robert era già stato individuato da un giornalista d’inchiesta britannico che avrebbe condotto un report lungo cinque mesi su di lui giungendo alla conclusione che Del Naja fosse a capo di un gruppo di street artist che avevano deciso di adottare collettivamente il nomignolo di Banksy.
Ovviamente il cantante ha sempre negato: «Sarebbe bello, ma purtroppo non è vero. Lui è un amico e viene anche ai concerti. È solo una questione di logistica e coincidenze, nulla più».
Ma in realtà Robert non è l’unico “sospettato” di essere Banksy. La giornalista norvegese Martine Berg Olsen è convinta che si tratti del fondatore dei Gorillaz, Jamie Hewlett. Claudia Joseph del tabloid Mail on Sunday e un criminologo del Texas credono che dietro Banksy si celi Robin Gunningham.
L’ex agente di Banksy, Steve Lazarides, crede che l’artista sia un gran maestro nei depistaggi. Robert, Jamie, Robin… Insomma chiunque tu sia, caro Banksy, sei davvero un grande artista!